Massimiliano Caranzano: il nuovo Mauro Biglino?

Due parole a proposito di Massimiliano Caranzano, ingegnere e divulgatore particolarmente curioso che si pone molte domande a proposito del passato della civiltà umana.

Massimiliano Caranzano: il nuovo Mauro Biglino?
Foto di rachman reilli presa da Unsplash
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Questo post era stato inizialmente pubblicato su smoldo.it, il mio blog secondario ormai in dismissione.

Un paio di giorni fa ho finito di leggere, rapidamente e con soddisfazione, l’ultimo libro di Roberto Mercadini, La donna che rise di Dio. Adesso ho iniziato Prima della fede – antropologia e teologia del culto romano arcaico, di Gian Matteo Corrias: un po’ noioso e più difficile da leggere rispetto al primo, anche a causa del linguaggio utilizzato. Corrias ha una notevole padronanza della lingua italiana, e non risparmia di esibirlo sia quando parla che quando scrive. Anche i contenuti del libro non sono propriamente alla portata di tutti, me incluso, ma il fatto di aver ascoltato più volte l’autore in alcuni video e dibattiti online mi aiuta parecchio a comprendere di cosa si parla.

Il tema di questo articolo però non è l’opera del ricercatore sardo, ma un personaggio che possiamo definire come appartenente allo “stesso giro”, cioè il giro di Mauro Biglino (che ha anche scritto la prefazione ad uno dei suoi libri, ovvero Gli Dei del diluvio).

Sto parlando di Massimiliano Caranzano, ingegnere elettronico appassionato di storia antica e di tecnologia, astro nascente nel panorama di quelli che vogliono dirci ciò che altri invece ci nascondono.

Come l’ho trovato

Mentre bazzicavo su Mastodon, mi è capitato di leggere il post di un utente che citava un libro intitolato Scoperte scientifiche non autorizzate. Il titolo mi era familiare e infatti, allargando l’immagine di copertina, ho visto che l’autore è Marco Pizzuti. Ricordavo bene! Di quello stesso autore in passato ho letto Scoperte archeologiche non autorizzate, volume in cui vengono descritte le presunte contraddizioni dell’archeologia ufficiale rispetto a quello che in realtà si dovrebbe evincere leggendo e osservando le opere architettoniche e i racconti che ci hanno lasciato i popoli antichi, dall’Europa al Medio Oriente, dall’Egitto al centro/sud America.

In sostanza, nel libro che ho letto, si sostiene che la storia della civiltà non sia esattamente quella che ci viene raccontata nei libri e dall’archeologia ufficiale; di più, si sostiene, in maniera nemmeno troppo velata, che ci sia qualcuno che non vuole che si sappia la verità, nella più tradizionale delle teorie complottiste. La frase “non autorizzate” presente già nel titolo la dice lunga.

Tuttavia questo genere di libri mi piace, mi appassiona (altrimenti non li comprerei), e contengono anche informazioni vere e interessanti sulle quali riflettere senza troppi pregiudizi. Sta poi al lettore saper capire quando l’autore si spinge un po’ troppo oltre senza offrire prove convincenti di quanto afferma.

Uno Editori, One Books

Tornando però a Mastodon, l’autore del post aveva usato l’hashtagUnoLibri“, che io ho interpretato erroneamente come un riferimento alla casa editrice Uno Editori. Ho perciò fatto notare che questa casa editrice ha probabilmente chiuso i battenti e che quindi gran parte dei volumi da essa pubblicati non sono più stampati. Ero anche convinto che il libro citato, quello di Pizzuti, fosse edito da questa casa editrice, da cui la mia osservazione.

L’autore del post su Mastodon mi ha confermato che Uno Editori ha chiuso e mi ha segnalato questo annuncio al riguardo.

Leggendo l’annuncio, ho capito che la casa editrice ha sostanzialmente cambiato nome e ha anche lanciato un canale YouTube su cui rende disponibili interviste, webinar e conferenze sui temi che solitamente venivano trattati nei libri che pubblicava. Una sorta di ByoBlu, per intenderci.

Una delle star di questi video, nonché uno degli autori che pubblica libri sotto il nuovo nome della casa editrice, è proprio Massimiliano Caranzano.

Civiltà antidiluviane

Ho iniziato a guardare alcune delle interviste e delle conferenze tenute da Caranzano per cercare di capire cosa pensa e quale messaggio vuole trasmettere. Egli si presenta come un semplice appassionato di storia, un ingegnere elettronico dalla smisurata curiosità per il passato e con la convinzione che… “non ce la raccontano giusta“. Chi? Gli storici e gli archeologi dell’accademia, persone che si ostinano a negare l’evidenza delle origini della nostra civiltà.

Caranzano si colloca perfettamente nella schiera dei complottisti, ammiccando ad esempio alle tesi di quelli che sostengono che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna (“[…] di punto in bianco, diecimila anni fa, ci siamo svegliati, siamo usciti dalle caverne e siamo volati sulla Luna, insieme all’amico, forse, Neil Armstrong” – si veda questo video, dal minuto 19). Tuttavia è una persona dalla formazione tecnica, ha a che fare con la tecnologia ed ha cognizione del metodo scientifico, pertanto tenta di supportare le sue affermazioni con prove solide (secondo lui) e deduzioni ragionevoli. Essendo un abile oratore, riesce ad essere molto convincente quando espone le sue teorie, mostrando evidenze di tipo archeologico e citando studi di altri esperti nei diversi settori considerati.

Le tesi di Caranzano

Senza scendere troppo nel dettaglio e sintetizzando al massimo, ciò che afferma il nostro simpatico e curioso ingegnere può essere riassunto nei seguenti punti:

  1. molti manufatti antichi non sono opera delle civiltà alle quali vengono attribuite (Maya, antichi Egizi, ecc.) ma sono eredità di una civiltà precedente, antidiluviana; le spiegazioni dell’archeologia ufficiale sono errate, evasive e contraddittorie;
  2. questa presunta civiltà antidiluviana possedeva tecnologie molto avanzate per le costruzioni e i trasporti;
  3. la civiltà che ci ha preceduti si è estinta circa dodicimila anni fa a causa di un evento catastrofico, presumibilmente una pioggia di meteoriti;
  4. l’evoluzione dell’homo sapiens, a differenza di quella di tutte le altre specie, non rientra nel modello elaborato da Darwin; qualcuno ne ha accelerato il processo (una civiltà aliena?).

Alcune di queste tesi, molto care ai membri del sempre ben nutrito gruppo dei NONCELODICONO!!!, sono tutt’altro che inedite e inesplorate. Il libro di Pizzuti, Scoperte archeologiche non autorizzate, ne è un chiaro esempio, come anche le decine di scritti del simpatico Mauro Biglino, Zecharia Sitchin e tanti altri, solo per fare qualche nome.

Caranzano descrive le sue tesi sia nei libri che pubblica con la già citata casa editrice One Books, sia nelle sue conferenze e webinar, consultabili parzialmente su YouTube e integralmente, a pagamento, sul sito della sua Academy.

Queste produzioni stanno iniziando a ricevere una notevole attenzione, e l’autore viene spesso chiamato a tenere interviste per parlare dei suoi libri e delle cose che raccontano. Al loro interno si trova un po’ di tutto, e si spazia da osservazioni e informazioni assolutamente interessanti fino a congetture prive di fondamento. Per via di questa sua crescente popolarità, soprattutto in certi ambienti, mi pare possa essere considerato il nuovo Biglino.

Le Tauridi

Tra le cose più interessanti raccontate da Caranzano c’è sicuramente la questione dell’estinzione della civiltà antidiluviana che ci ha avrebbe preceduti. La datazione è piuttosto precisa, all’incirca 12850 anni fa, e la causa è stata una pioggia di meteoriti. Questi meteoriti hanno un’identità ben precisa: appartengono allo sciame delle Tauridi, originato dai detriti della cometa 2P/Encke (fonte: Wikipedia).

Periodicamente il nostro pianeta attraversa questo sciame, e ogni volta c’è la possibilità che alcuni di questi detriti entrino in collisione con la Terra. Fintantoché i detriti sono di piccole dimensioni, i rischi di danni sono limitati o nulli. Ma se per caso dovesse accadere di impattare qualcosa di più grosso, come nel caso di Tunguska, allora si rischierebbe la catastrofe planetaria.

Nel 10850 A.C. è successo proprio questo: decine o centinaia di meteoriti di dimensioni ragguardevoli hanno colpito la Terra, provocando esplosioni, incendi, tsunami e addirittura lo scivolamento della crosta terrestre, cosa che ha fatto uscire gli oceani dalla loro sede sommergendo per mesi gran parte della terra emersa. Da qui l’origine del mito, che mito non sarebbe, del Diluvio Universale.

Oltre a tutto ciò, l’enorme quantità di polvere che si è sollevata in seguito all’impatto ha provocato l’oscuramento del sole, con un conseguente brusco abbassamento delle temperature ed i prevedibili effetti sulla vita del pianeta.

Gli Tzontemoc

“I Maya chiamavano Tzontemoc le divinità della morte che scendono dal cielo, coi capelli lunghi e fluttuanti”, per distruggere e uccidere (citazione da “Profondo diluvio”, puntata del podcast Profondo Boss di Daniele Bossari, One Podcast). Secondo Caranzano gli Tzontemoc, nei racconti dei Maya, altro non sono che i detriti delle Tauridi. I lunghi capelli sono la scia visibile quando attraversano l’atmosfera.

La conseguenza di questa pioggia di meteoriti è stata la cancellazione quasi totale della civiltà come era allora, lasciando in vita solo piccoli gruppi di uomini ormai privati di qualsiasi tecnologia. In pratica, da allora, la civiltà è stata come resettata e l’evoluzione è ripartita quasi da zero.

Essendo stati decimati e dovendo impiegare tutte le loro energie per la sopravvivenza, gli uomini di quel tempo, ormai ridotti ad uno stato quasi primitivo, non hanno avuto modo di produrre documenti scritti per conservare e tramandare la memoria delle tecnologie in loro possesso e degli eventi che li avevano colpiti.

Ciò che è sopravvissuto ed è arrivato, parzialmente e spesso distorto, fino ai giorni nostri, sono i racconti tramandati per via orale, dai quali sono poi derivati i testi sacri di diverse religioni. Come è risaputo, tali testi contengono notevoli somiglianze e, a volte, sembrano raccontare proprio la stessa storia.

I racconti della fine del mondo, dell’Apocalisse, descrivono ciò che è successo allora e che succederà nuovamente, quando la Terra incrocerà nuovamente gli Tzontemoc.

Insieme ai racconti, le uniche altre cose sopravvissute sono edifici (o parti di essi) costruiti dalla civiltà che ci ha preceduti: edifici costruiti con tecniche e finalità tuttora poco chiare o del tutto inspiegabili, a dispetto di quanto racconta “l’archeologia ufficiale“.

Qualcosa da leggere

C’è da dire che, con una certa onestà, l’autore dichiara sempre che le sue sono semplici ipotesi, avvalorate da quelle che lui considera prove concrete, e che le risposte a certi interrogativi possono essere molteplici. Tuttavia non rinuncia mai a ribadire il fatto che le spiegazioni ufficiali, quelle comunemente accettate e insegnate nelle scuole, non siano affatto attendibili.

Per questo motivo credo che mi azzarderò a comprare e leggere i due libri più recenti che ha pubblicato, per capire fin dove si spinge e se effettivamente riesce a corroborare le sue ipotesi con elementi nuovi e originali e non scopiazzati dai tanti che lo hanno preceduto.

I libri in questione sono questi:

  • Prima di noi. La storia è da riscrivere. Siamo stati creati da una civiltà antidiluviana?
  • Gli Dei del diluvio. Alla scoperta dell’evento cosmico che cancellò la memoria prima di noi. (Prefazione di Mauro Biglino)

Devo dire che l’idea di dare soldi a una casa editrice particolarmente attiva nella diffusione di teorie complottiste non mi fa proprio impazzire, ma il mio desiderio di conoscere, confrontare e capire è più forte (e d’altra parte ho una discreta collezione dei libri di Biglino! 😛 ).