Di tanto in tanto, nel mio rimbalzare da Ruby a Python e viceversa, spunta fuori l’ipotesi di riprendere in mano il PHP, soprattutto quando c’è da fare un’applicazione web in modalità quick-and-dirty, come si suol dire.
PHP ha rappresentato, e costituisce ancora, il backend di una fetta enorme delle applicazioni sviluppate per il web. È un linguaggio estremamente pratico con il vantaggio non trascurabile di poter essere eseguito, con gli opportuni moduli, direttamente dal server web senza dover mettere in piedi un servizio separato. Si tratta di un linguaggio nato appositamente per il web, per rendere i siti dinamici, ma può essere usato anche per applicazioni eseguibili da riga di comando.
In passato mi è capitato di studiarlo ed utilizzarlo per piccole cose, avvalendomi anche di due framework piuttosto popolari, ovvero CodeIgniter e Yii.
Dopo aver smanacciato un po’ con Ruby on Rails, Django e Flask senza produrre cose particolarmente utili ed usabili, credo che riconsiderare il PHP possa essere una buona idea, soprattutto alla luce del fatto che a breve mi capiterà sicuramente di guardare dentro WordPress e, soprattutto, dentro Nextcloud per [tentare di] realizzare qualche plugin per soddisfare alcune mie esigenze specifiche.
La cosa bella del PHP è la sua sintassi simil-C (o C++), che mi fa tornare con la mente alla mia giovinezza; la cosa brutta è che ci sono spesso funzioni simili, col nome simile, che fanno cose simili ma restituendo risultati in maniera differente. Sono anche molte le funzioni ancora usabili ma deprecate o che verranno deprecate nelle prossime versioni, pertanto bisogna veramente fare molta attenzione alla documentazione.
Riguardo ai framework, oltre ai due già citati, tra i più utilizzati c’è sicuramente Laravel, che però mi sembra un po’ troppo ibrido e complicato, soprattutto per uno alle prime armi come me.
Staremo a vedere.
Ultimo aggiornamento: 24 Maggio 2024 (Gica78R)